The Hardcastle Project (2019) Alfonso Siracusa Orlando

La storia è semplice. E come tutte le storie semplici, è anche affascinante. In breve: Alexander Hardcastle, nella prima metà del Novecento, decise di stabilirsi ad Agrigento e di dedicarsi alla ricostruzione del patrimonio archeologico della zona. Ciò che della sua attività di mecenate è rimasta, oggi è tangibile all’interno del Parco Archeologico della Valle dei Templi.

Per anni, tuttavia, intorno alla sua figura è accaduto di tutto: dalle illazioni sulla sua persona, dalla diffusione di notizie infondate, dall’aver preso improvvisamente il titolo di “Sir”, e così via, fino all’essere quasi del tutto dimenticato. Dimenticato, seppure la Città dei Templi deve a lui e al suo operato, un’immensa riconoscenza (soprattutto intellettuale ed economica).

La mostra “The Hardcastle project” di Alfonso Siracusa Orlando, curata dalla storica dell’arte Rita Ferlisi e dal critico Dario Orphée La Mendola, ha riproposto la proficua dedizione del mecenate inglese in chiave contemporanea, ma con un accesso diretto alle fonti, consultando cioè i dati raccolti dalla biografa ufficiale di Hardcastle, ovvero la scrittrice Alexandra Richardson (1940), giornalista del Newsweek magazine (Affari Esteri), di Selezione dal Reader’s Digest, e collaboratrice di varie testate della Mondadori, Rizzoli, Rusconi e co-direttrice di “Rivista“, periodico della British-Italian Society di Londra.

Due gli ambienti nei quale la mostra è stata articolata. Il primo, in esterno, con opere site-specific: l’apposizione di un bandiera europea alle spalle del mezzobusto del mecenate, e l’installazione del simbolo esoterico dell’impiccato, tratto dai tarocchi, con le fattezze di Alexander Hardcastle. Il secondo ambiente, quello interno, è una sorta di percorso, da est a ovest, che esordisce dalla riproduzione della tomba del mecenate, avvolta da una sinfonia ottocentesca proveniente dalle cornici di un ritratto dello stesso, passa attraverso otto colonne in materiale cementizio – dunque prive della grazia dei manufatti greci e che tuttavia richiamano concettualmente l’anastilosi compiuta da Hardcastle per il tempio di Ercole e il più recente sviluppo urbano locale – e termina con un grande dipinto che raffigura il panorama della Valle, da cui fa capolino un alieno, che dialoga con le opere dirimpetto e con una grande bombola di ossigeno avvolta da cellophane dipinta da vernice bianca.

La mostra di Alfonso Siracusa Orlando, inaugurata il 31 maggio scorso, ha visto il 21 giugno la partecipazione della scrittrice Alexandra Richardson, in visita ad Agrigento in l’occasione della presentazione del catalogo, patrocinato dal Parco della Valle dei Templi.

The Hardcastle project

Info:

The Hardcastle project (2019)

di Alfonso Siracusa Orlando

a cura di Rita Ferlisi e Dario Orphée La Mendola, con un testo in catalogo di Alexandra Richardson

Dal 31 maggio 2019 al 23 giugno 2019

Villa Aurea, Parco della Valle dei Templi (AG)

Via Panoramica Dei Templi – 92100 – Agrigento
tel: +39 0922 621657
email: parcodeitempli@regione.sicilia.it
sito: www.parcovalledeitempli.it

Alfonso Siracusa Orlando L’ultimo Cavaliere Jedi (2018) a cura di Dario Orphée

 

Alfonso Siracusa Orlando L’ultimo Cavaliere Jedi (2018) a cura di Dario Orphée 

 Installazione site specific

27 October 2018 | 06 January 2019

Video ©Paolo È Indelicato  Foto © Domenico Marsala   Drone ©SPark   

http://www.metesiculiana.org

#droneSPark #starwars #critico #darioorphée #artecontemporana #sitespecific #museomete #vincenzobasile #friends #ultimocavalierejedi

 

L’installazione site-specific “L’ultimo cavaliere Jedi” (2018) di Alfonso Siracusa Orlando, svolta presso il MeTe di Siculiana (Ag), è articolata attraverso un percorso narrativo che coinvolge l’intera struttura espositiva.

La mostra ha inizio da una stanza in cui, da una valigia, si snodano delle vesti che, sulla pavimentazione del MeTe, formano una “S”, culminando in un’ulteriore stanza, ai piedi del manichino.

La lunga “sequenza tattile” di abiti in disuso donati dalle persone del luogo e utilizzati per eventi luttuosi, dai toni cromatici freddi, costruiscono un lungo percorso mistico: la perdita di identità e la ricerca del senso dell’esistenza.

Il fruitore, una volta trovatosi di fronte la scultura, osserva l’uomo nelle sue vesti oscure, armato di spada laser e avvolto, ai lati, da tendaggi “RAI UFO”: gli “schermi velati” (velo di Maya dei media) con quali Siracusa Orlando ha installato altre mostre e che ormai sono parte del suo linguaggio artistico e della sua ricerca ufologica.

Il manichino, imponente nella sua presenza, reca nella mano sinistra un breviario contente appunti scritti dallo stesso Basile, e nella mano destra una spada laser. Il tutto è accompagnato da un sibilo acuto, registrato dall’autore. La stanza è colma di palloncini neri riempiti o ad anidride carbonica o a elio.

Una citazione biografica è il manto nero in cui appare il profilo geografico dell’Europa, disegnata appositamente dall’autore senza i confini politici. Le stelle Swarovski che brillano rappresentano i punti in cui operò il gesuita, protagonista dell’installazione.

Su un drappeggio ricamato a mano negli anni cinquanta, invece, compare lo skyline di Siculiana sorvolato da un enorme UFO: una visione fantastica di Alfonso Siracusa Orlando, che riflette sul controllo delle masse da parte di società non terrestri.

Infine, all’esterno, le finestre della struttura del MeTe sono schermate da un’antica litografia di inizio ‘800, di proprietà del Museo.

Interessante è da notare che il ritratto del Basile, ritratto da Siracusa Orlando, sia incorniciato da simboli di tipo massonico. L’artista ha voltuo rimarcare l’esoterismo degli elementi figurativi con una sequenza di otto immagini, in cui la croce si trasforma in spada laser.

Dario Orphée

 

 

 

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Text  english traslation by Angela Cuffaro 

 

Alfonso Siracusa Orlando | The Last Jedi Knight (2018)

 

Against the forces of evil that rage in the universe, the Jedi comes to the rescue of the Republic: mysterious knights armed with a saber. They are the only ones able to use that field of pure energy called “Force”.

Alfonso Siracusa Orlando, in a sci-fi analogy, transports the Stars Wars cultural system into the biography of a Jesuit, Father Vincenzo Basile.

The installation, built on a historical basis and represented through objects in common use in site-specific, traces the life of the missionary of the company of Jesus in the Balkans, persecuted by Muslims. In the artist’s language, the events crossed by the missionary are identified with those of the characters in a science fiction movie, creating perceptive loss and integrating it into an original setting.

The headquarters of the Museum # MeTe di Siculiana, in fact, dialogues with the work through a play of light between the interior and exterior of the premises, and between sunrise and sunset, and a dissemination of Masonic symbols. The installation is a continuum with the opera entitled “La Scala dei Turchi strikes again” (2016), created by the artist himself at the site-specific Contemporary Art Park “White Wall | Scala dei Turchi “near Realmonte, by Giuseppe Alletto.

The site-specific installation “The Last Knight Jedi” (2018) by Alfonso Siracusa Orlando, held at the MeTe di Siculiana (Ag), is articulated through a narrative path that involves the entire exhibition structure.

The exhibition starts from a room in which, from a suitcase, there are clothes that, on the floor of the MeTe museum, form a double “S”, culminate in a further room, at the foot of the mannequin.

The long “tactile sequence” of disused clothes donated by local people and used for mournful events, with cold chromatic tones, build a long mystic path: the loss of identity and the search for the meaning of existence.

The user, once found in front of the sculpture, observes the man in his dark clothes, armed with a lightsaber and wrapped on the sides by curtains “RAI UFO”: the “veiled screens” (veil of Maya media) with which Siracusa Orlando has installed other exhibitions and which are now part of his artistic language and his ufological research.

The mannequin, imposing in his presence, carries in his left hand a breviary containing notes written by Basile himself, and in his left hand a lightsaber. The whole is accompanied by an acute hiss, recorded by the author. The room is filled with filled black balloons or carbon dioxide or helium.

A biographical quote is the black blanket in which the geographic profile of Europe appears, specially designed by the author without political boundaries. The shining Swarovski stars represent the points in which the Jesuit worked, the protagonist of the installation.

On a hand-embroidered drapery in the fifties, instead, appears the Siculiana skyline flown over by a huge UFO: a fantastic vision of Alfonso Siracuse Orlando, which reflects on the control of the masses by non-terrestrial companies.

Finally, outside, the windows of the structure of the MeTe are shielded by an ancient lithograph of the early ‘800, owned by the Museum.

It is interesting to note that the portrait of Basile, found by Siracusa Orlando, is framed by symbols of the Masonic type. The artist has stressed the esoterism of the figurative elements with a sequence of eight images, in which the cross is transformed into a saber.

Dario Orphée
Info
artista / artist: Alfonso Siracusa Orlando
titolo / title: ” L’ultimo Cavaliere Jedi “
curatore / curated: Dario Orphée
location: Museo#MeTe, Via Picarella – Quartiere Casale, Siculiana (Ag)
Sito web: http://www.metesiculiana.org

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Alfonso Siracusa “John Titor Revolution 2036” T.A.M. Cagliari nr.48 dal 13 Giugno al 07 Dicembre 2015

Alfonso Siracusa

T.A.M. Cagliari nr. 48 # Alfonso Siracusa “John Titor Revolution 2036”

a cura di Mimmo Di Caterino e Barbara Ardau

dal 13 Giugno al 07 Dicembre 2015

“Saluti. Sono un viaggiatore temporale proveniente dall’anno 2036. Sto tornando a casa dopo aver recuperato un computer IBM 5100 dal 1975.”
Con queste parole, un uomo di nome John Titor si presentò in un forum Internet giorno 2 novembre 2000, usando come nickname “TimeTravel_0″. Ovviamente, nessuno, immediatamente volle credergli, ritenendo le sue parole semplicemente i deliri di un pazzo.

Il progetto nella Tavor Art Mobil (2015), nasce da questo curioso Forum apparso in rete. L’idea del “viaggio estetico” nell’isola sarda, con la T.A.M. (2015), si rafforza con un nuovo progetto, John Titor Revolution 2036, il quale si addentra nei meandri del “viaggio temporale” già intrapreso nelle due personali:

Centro Angelo Savelli – Viaggiatori del Tempo (1994) con un testo in catalogo Raffaele Gavarro.
Mission to Mars (2014), al LAB4, basata interamente sulla controversa storia di Andrew Basiago, il “Crononauta” più famoso al mondo, precisamente nell’installazione Jump room (2014), meglio conosciuta come “stanza del salto”!!!

Nella T.A.M. (2015) saranno installate delle opere site-specific, all’interno delle quali, degli specchi bi-facciali da barba e stampe digitali (Stargate), simuleranno dei portali dimensionali mobili. Sulla portiera laterale, lato guida, una grande scritta adesiva RaiUfo (2004), con il logo della rete televisiva manipolato e simbolo della programmazione “Monarch”, realizzato con due volti speculari (profilo di Marcel Duchamp).

Il tutto diventa motivo di gustose elaborazioni, in un processo dinamico in cui sperimentare nuove soluzioni. Inoltre, una brochure esplicativa potrà essere consultata dal pubblico “Mobil” per un’eventuale “macchina del tempo”!!! Un non luogo, dove il pubblico sarà invitato a spostarsi nello spazio e forse “nel tempo”!

Alfonso Siracusa

http://www.cagliariartmagazine.it/t-a-m-cagliari-nr-48-alf…/ 10885571_1189799037713962_3069145468656150495_n12065934_926787904043612_2259838283407442072_nFoto-del-74404257-06-2457178-alle-20-40